Dopo un netto rimbalzo del 6,6 % nel 2021, la crescita del PIL dell'Italia subirà conseguenze a causa della guerra. Si prevede una crescita del PIL del 2,5 % nel 2022, sostenuta da forti effetti base, e dell'1,2 % nel 2023. Le persistenti pressioni inflazionistiche legate alla guerra e l'incertezza ridurranno i consumi delle famiglie, rallentando la ripresa dei servizi. I nuovi incentivi per il settore privato e le misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza mitigheranno alcune delle conseguenze negative derivanti dalle interruzioni degli approvvigionamenti e dall'incertezza sugli investimenti. Poiché il gas costituisce il 42 % del consumo totale di energia, i principali rischi per le prospettive economiche sono rappresentati dai prezzi e dalle forniture di energia. La crescita potrebbe essere rallentata anche da un netto incremento dei rendimenti obbligazionari.
Le autorità pubbliche hanno assicurato forniture di energia per sostituire quasi i due terzi delle importazioni di gas russo. L'aumento degli investimenti nelle energie rinnovabili e nell'efficienza energetica rafforzerebbe ulteriormente la sicurezza energetica. Lo stimolo fiscale, introdotto per rispondere alla crisi, dovrebbe essere gradualmente ritirato. Politiche più mirate preserverebbero il potere d'acquisto dei gruppi più vulnerabili dall'inflazione elevata senza ostacolare gli incentivi alla transizione verde. La ferma attuazione delle riforme del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), tra cui la digitalizzazione della giustizia civile e delle procedure fallimentari, dovrebbe aumentare la resilienza e la fiducia.