Dopo una forte ripresa nel 2021, si prevede una crescita del PIL reale pari al 2,4 % nel 2022 e all'1,4 % nel 2023. L'ondata di COVID-19 a inizio 2022, la guerra in Ucraina, le interruzioni nella catena di approvvigionamento e gli elevati prezzi dell'energia hanno eroso le prospettive economiche. L'inflazione complessiva dovrebbe raggiungere il 5,2 % nel 2022 e il 4,5 % nel 2023, diminuendo il potere d'acquisto delle famiglie e la crescita dei consumi. Il calo della fiducia di imprese e famiglie, le più deboli condizioni economiche globali e l'incertezza elevata ostacoleranno gli investimenti e le esportazioni. I salari registreranno un'accelerazione dovuta alle carenze notevoli nel mercato del lavoro e all'indicizzazione del salario minimo. In presenza di un rallentamento nei vantaggi derivanti dall'occupazione, il tasso di disoccupazione salirà progressivamente all'8 %.
La politica fiscale rappresenterà una fonte di sostegno progressivamente minore. Il congelamento temporaneo dei prezzi dell'energia regolamentati, i sussidi e i trasferimenti in denaro hanno appianato gli shock iniziali dei prezzi dell'energia, ma si prevede che i tagli incondizionati a questi ultimi cesseranno entro la fine del 2022 e che il sostegno fiscale diventerà più mirato. Un'attuazione rapida ed efficiente degli ambiziosi piani di ripresa e investimento favorirebbe una crescita più sostenibile e investimenti verdi e dovrebbe contribuire ad aumentare il tasso di occupazione, il cui livello è persistentemente basso. Attuare una strategia di consolidamento credibile nel medio termine, che attribuisca le priorità in maniera chiara, è fondamentale per garantire la sostenibilità fiscale e l'efficienza della spesa in un contesto di aumento dei pagamenti connessi al servizio del debito.