Nel 2022 e all'inizio del 2023 i prezzi del petrolio aumenteranno a causa dell'embargo sul petrolio imposto dai Paesi dell'UE, ma i sussidi governativi per il carburante continueranno a smorzare gli aumenti dei prezzi per i consumatori, per cui si prevede un'inflazione intorno al 2 %. Si presume che detti sussidi vengano prorogati oltre l'attuale data di scadenza, alla fine di settembre. Una volta revocate le misure di confinamento, i consumi privati registreranno un rimbalzo ma saranno frenati dall'incremento dell'inflazione. Nel breve periodo il commercio risentirà della debolezza della domanda esterna, in particolare dei principali partner commerciali, e del livello elevato dei prezzi all'importazione; tuttavia, le esportazioni e le importazioni si espanderanno con lo stabilizzarsi dei prezzi dell'energia e il recupero della domanda interna ed esterna. Gli investimenti accompagneranno la ripresa delle esportazioni e della produzione, sostenuti dalle sovvenzioni statali, in particolare nei settori dell'economia verde e del digitale. Le condizioni del mercato del lavoro continueranno a migliorare, ma nel complesso la crescita dei salari rimarrà moderata, a fronte dell'assunzione di un numero più elevato di lavoratori a bassi salari e della compressione degli utili societari per effetto degli elevati prezzi dell'energia e di altre materie prime.
Il protrarsi della guerra in Ucraina e prezzi all'importazione superiori alle previsioni costituiscono dei rischi di un'evoluzione negativa. Le interruzioni della catena di approvvigionamento dovute a ulteriori shock legati al COVID-19 o all'instabilità geopolitica potrebbero deprimere il commercio, la produzione e gli investimenti. Un ulteriore inasprimento della politica monetaria in altri Paesi potrebbe accelerare il deprezzamento dello yen, causando un rialzo dei prezzi alle importazioni e un aumento dell'inflazione. Tuttavia, ciò potrebbe altresì rafforzare le esportazioni giapponesi di beni e servizi, tra cui il turismo in entrata, purché la situazione sanitaria lo consenta. Il trasferimento dei costi sui prezzi al consumo sta diventando più diffuso rispetto al passato e potrebbe contribuire a sostenere la crescita dei salari e dei prezzi, cambiando la mentalità deflazionistica profondamente radicata nel Paese.