Il ritmo di crescita del PIL dovrebbe rallentare rispetto ai livelli molto alti registrati di recente, per raggiungere il 2,5 % nel 2022 e l'1,2 % nel 2023. Potrebbe volerci un po' di tempo prima che le difficoltà legate alle catene di approvvigionamento si risolvano del tutto, soprattutto a fronte degli impatti della guerra in Ucraina e delle misure di confinamento attuate in Cina in risposta al COVID-19. La crescita dei salari si manterrà robusta in un contesto in cui il mercato del lavoro dovrebbe rimanere teso, malgrado un aumento della partecipazione della forza lavoro con il ritorno dei lavoratori sul mercato grazie alla riduzione dei rischi sanitari e all'incremento dei salari. A fine 2023 l'inflazione rimarrà superiore all'obiettivo della Federal Reserve del 2 %.
Un'ulteriore e netta normalizzazione della politica monetaria graverà sulla crescita economica. Con la fine delle misure di sostegno legate alla pandemia, anche la politica fiscale avrà un impatto contrattivo, sebbene la fruizione dei trasferimenti fiscali accumulati dalle famiglie e dalle amministrazioni subnazionali potrebbe parzialmente compensare questo effetto. Le autorità devono essere pronte a fornire un sostegno fiscale temporaneo ai gruppi vulnerabili in caso di un rallentamento inaspettatamente brusco. Le interazioni commerciali dirette tra Stati Uniti e Russia sono limitate. Malgrado ciò, l'incremento dei prezzi dell'energia a livello mondiale rende più urgente il processo di decarbonizzazione del sistema energetico del Paese. A più lungo termine, le crescenti pressioni fiscali comporteranno la necessità di migliorare l'efficienza della spesa pubblica in settori quali la sanità e di ampliare la base imponibile.