L'economia del Canada si è ampiamente ripresa dalla crisi generata dal COVID-19. La domanda interna è in fase di rilancio a seguito dell'allentamento delle misure di contenimento. Le esportazioni dovrebbero acquistare vigore, in quanto la domanda di materie prime sostiene il commercio in un contesto caratterizzato da shock per la crescita mondiale. I modesti legami commerciali con le economie duramente colpite dalla guerra in Ucraina, uniti agli introiti derivanti dai prezzi elevati delle risorse, mettono al riparo il Paese dagli impatti economici più diffusi. Secondo le previsioni, il PIL reale dovrebbe registrare una crescita del 3,8 % nel 2022 e del 2,6 % nel 2023. Il tasso di disoccupazione rimarrà basso, mentre la produzione raggiungerà livelli leggermente superiori al potenziale. Le tensioni nell'approvvigionamento globale manterranno elevata la crescita dei prezzi nel corso dell'anno, aggravando le pressioni inflazionistiche sottostanti.
La banca del Canada dovrà continuare ad aumentare il proprio tasso di riferimento e ridimensionare il proprio bilancio per riportare l'inflazione entro l'obiettivo prefissato e contenere gli squilibri finanziari. I segnali che mostrano un affaticamento della capacità produttiva interna dovuto alla ripresa della domanda potrebbero indicare la necessità di un più rapido inasprimento delle politiche. Per evitare di alimentare una domanda eccessiva, le amministrazioni federali e provinciali dovrebbero indirizzare i consistenti introiti derivanti dalle risorse alla riduzione del debito pubblico, destinando nel contempo un sostegno temporaneo al reddito alle famiglie vulnerabili all'aumento del costo della vita. Il maggiore sostegno alle tecnologie verdi, ivi inclusa l'elettricità pulita, porterebbe avanti gli obiettivi di politica climatica del Paese e produrrebbe un surplus di energia da destinare all'esportazione.